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la luna

novembre 18, 2015

Se si parla di suono e di gesto non si può evitare di parlare di spazio e tempo.
Ecco perché la mia avventura prosegue nei viaggi spaziali, su e giù dalla terra alla luna.
Nel 1993 mi trovo al Salone dell’aeronautica di Le Bourget a Parigi, padiglione italiano Aercosmos Partenavia, con i miei segni bianchi e blu su fondo lucido nero

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Oggetto spaziale: la terra 1993

“Improvvisamente dietro la linea dell’orizzonte della luna, in lunghi lenti movimenti di immensa maestà, ecco emergere un gioiello blu e bianco, una luce, una delicata sfera blu-cielo avvolta in bianchi veli fluttuanti. Sorge gradualmente simile ad una piccola perla in un denso mare di nero mistero” Ho raccolto le parole dell’astronauta Edgar Mitchel e le ho usate come filo conduttore dei miei gesti, dei miei segni cosmici.
Vinta la paura del vuoto, dell’ignoto, il gesto dell’uomo si muove all’unisono con il cosmo. E’ parte attiva della creazione. Un movimento mediato dalla mia gestualità che nasce sì dall’intimo ma anche dalla consapevolezza di aver visto le immagini della terra fotografata dallospazio.
Il libretto, a forma di mezzaluna, preparato per l’occasione ed esposto con diverse aperture nella bacheca del Salone dell’aeronautica, porta il titolo
Spazio suono mano suono spazio e testimonia la relazione tra uomo e universo, suono primordiale del big bang e suono del battito della vita, spazio-tempo infinito e fine di ogni cosa terrena.

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Due pagine del catalogo per Parigi 1993

A Parigi incontro per la prima volta Maria Fede Caproni, presidente del Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento, poi di nuovo a Rovereto durante la mia mostra Il giardino dei segni. In quest’ultima occasione le parlo della ricerca che stavo facendo sulla luna e mi arriva l’invito ad esporre il trittico Mappaluna 3×3 in occasione del 25° anniversario dello sbarco sulla luna degli astronauti della NASA avvenuto il 20 luglio 1969. L’avevamo vissuta quella esperienza: tutta una notte passata davanti allo schermo della televisione ad ascoltare i commenti di Tito Stagno che descriveva l’attimo in cui per la prima volta l’uomo mise piede sul suolo lunare.
Le immagini dei tre trittici mostrano la luna nella visione scientifica di Galileo e Keplero, nella cartomanzia dei tarocchi e nella mitologia di Selene e Endimione, poi l’avvicinamento alla luna come se viaggiassi libera nello spazio, ed infine la visione dell’interno, il cuore della luna, suddiviso in ritmi che richiamano le diverse stratificazioni delle rocce lunari viste al microscopio.

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particolare del primo trittico di Mappaluna 3×3 1994
la luna nella scienza

Scrivevo nel 1994 nel catalogo della mostra: ”Oggi scopro l’immenso piacere di trovarmi quassù e mi guardo attorno. Questa luna dal colore indefinibile, fatta di crateri, sabbie, rocce, silenziose, immobili, senza respiro, potrà ancora ispirarci come nel passato?”

Per quanto mi riguarda, la conoscenza più approfondita del nostro astro ha dato una leggerezza ai miei pensieri, tanto da farmi affrontare l’argomento anche in tono ironico e confidenziale. Racconterò la Luna nera della magia, metterò La luna in scatola, una luna allo specchio, preparerò Pizz’ ‘e lluna dai vari colori, per aggiungere tutto nel calderone di Nel cerchio della luna.

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La luna guerriera1997

Nel 2002 presento la mia ricerca sulla luna nella galleria d’arte ArtRe di Cernusco. Per l’occasione Tommaso Correale Santacroce scrive e interpreta nel giardino accanto alla galleria un monologo nel quale un attore sui trampoli cerca di catturare la luna in una notte di plenilunio. Titolo: Piccolo viaggio sulla luna, con musiche originali suonate dal vivo di Lorenzo Gasperoni. Io ho inserito il testo dell’opera in un mio libretto. Come sempre cucito a mano, diverse le copertine e con una mia piccola opera originale all’interno.

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Piccolo viaggio sulla luna 2002copertine

The Moon

If you talk about sound and gesture you can’t avoid talking about space and time. That’s why my adventure continues in space trips up and down from the earth to the moon and from the moon to the earth. In 1993 I am at the le Bourget Air Show in Paris, the Italian Aerocosmo Partenavia Pavilion with my blue and white markings on glossy black.
‘Suddenly behind the moon’s horizon in long slow movements of immense majesty there emerges a blue and white jewel, a delicate sky blue sphere wrapped in floating white veils. It rises gradually similar to a little pearl in a sea dense in black mystery’ I have chosen these words of the astronaut Edgar Mitchel and I have used them as a main theme of my gestures , of my cosmic signs. Once the fear of empty space and the unknown is overcome, the gestures of man move in unison with the cosmos. It’s an active part of creation. A movement mediated by my gesture which arises from my intimate self but also from the knowledge of having seen images of the earth photographed from space.
The little book in the shape of a half moon, prepared for the occasion and exhibited with various openings at the Salone dell’ Aeronautica, has for its title ‘Spazio, Suono, mano, suono spazio’ as a witness between man and the universe, a primordial sound of the big bang, and the sound of life’s beat, pace. Infinite time and the end of every earthly thing. In Paris I meet for the first time Maria Fede Caproni, the President of the Museo Aeronautica Gianni Caproni of Trento, then again in Rovereto during my exhibition ‘Il Giardino dei Sogni’. On this last occasion I speak of the research I am doing on the moon and I receive an invitation to exhibit the triptych ‘Mappaluna 3x 3’
to mark the anniversary of the moon landing of the NASA astronauts on 20th July 1969. We had lived this experience: the whole night passed in front of the T.V. screen listening to the comments of Tito Stagno as he described the moment in which for the first time man set foot on the surface of the moon.
The images of these three triptychs show the moon according to the science of Galileo and Keplero, in the tarot cartomancy and in the mythology of Selene and Endymion , then the approach to the moon as if one were travelling free in space and finally the vision of the inside, the heart of the moon subdivided into rhythms which recalled the diverse stratifications of lunar rocks seen through a microscope.
In 1994 I wrote in the catalogue of the exhibition ‘ Today I discover the immense pleasure in finding myself here above and I look around. Can this moon with its indefinable colour , made up of craters, sand rocks, silent and immobile without a breath inspire us as in the past? As far as I am concerned , a deeper knowledge of a star has given a lightness to my thoughts so much so that I am able to face the subject even ironically or confidentially. I will tell of the black magic of the moon, I will put the moon in a box, the moon in a mirror . I will prepare Pizz’ e lluna of various colours to add to all the rest in the cauldron of ‘Cerchio della luna’.
In 2002 to catch the full moon and take it into an art gallery in order to present my research on the moon, Tommaso Correale Santacroce who worked in the theatre wrote and interpreted a monologue for an actor on stilts. The title ‘Piccolo Viaggio sulla Luna’ with original music played live by Lorenzo Gasperoni. I have inserted the text of the work in my book. As always handmade with different covers and a small original work of mine inside.

mappaluna

settembre 22, 2008

Premessa

Da questo momento parlerò delle mie diverse lune. Non perché abbia spesso “la luna” ma perché, oltre che ad ammirarla in natura, sono stati i versi dei poeti a farmela amare.
Come sempre inizio le mie ricerche con il metodo ispiratomi dallo studio degli scacchi:
analisi, sintesi e “salto del cavallo” . Questa è la mia prima ricerca iconografica a tema che sfocia in un’opera di cui vado orgogliosa.

Devo fare una breve ma importante premessa.
Nel 1990 incontro la laureanda in architettura Betty Bianchessi che era stata da bambina mia allieva nel laboratorio di via Dante a Monza. Betty è in partenza per Lisbona avendo ricevuto il premio Erasmus e riuscirà quello stesso anno ad organizzarmi una mostra all’Istituto Italiano di Cultura alla quale ho dato il titolo “Il vuoto meraviglioso”.
Betty aveva una tecnica particolare per presentare i suoi progetti architettonici, un metodo di collage molto particolare, sovrapposizioni di immagini fotocopiate in bianco e nero su carta da lucido: l’effetto ottico era straordinario ed è per questo che mi sono fatta aiutare nel 1993 a realizzare i tre trittici di mappaluna. Abbiamo lavorato a quattro mani sul collage e per mia fortuna anche nello spruzzo dell’argento. Ricordo divertita noi due con la mascherina in faccia , le finestre spalancate ad usare bombolette di vernice. Peccato non esserci fatte una fotografia! Ma non esisteva ancora il telefonino di oggi e avremmo dovuto programmare l’uso della macchina fotografica cosa che non ci è venuto in mente di fare.

la luna di Galileo

la luna nei tarocchi

il mito di Selene e Endimione

introduzione “nel cerchio della luna”

settembre 9, 2008

terra luna

Siamo verso la fine dell’estate 2008, il 10 settembre il Cern di Ginevra inizierà il suo esperimento tanto atteso. Dopo venti anni di ricerche il Large Hadron Collider, l’acceleratore di particelle più potente della storia, è pronto.

“E’ un anello sotterraneo lungo 27 chilometri che, messo in opera, lancerà protoni ed anti-protoni a velocità prossime a quella della luce. Fino allo scontro finale, che sprigionerà un’energia dell’ordine dei 5 TeV (ovvero5 miliardi di Volt). Gli scienziati del Cern di Ginevra sperano che un impatto di tale potenza possa letteralmente illuminare la ricerca sui primordi della materia: dalla creazione di nuove particelle e lo studio del loro funzionamento, sarà forse svelato il mistero del Big Bang, con un salto indietro nel tempo di 14 milioni di anni. Non mancano però gli appelli allarmisti, in primis da parte del chimico tedesco Otto Rossler, Eberhard Karls University: a detta sua e di altri scienziati, esiste il rischio sostanziale che lo scontro generi un buco nero, proprio qui sulla Terra. Avrebbe dimensioni modeste, ma si alimenterebbe gradualmente fino a risucchiare l’intero pianeta nell’arco di quattro anni.”

Io mi rifugio sulla luna. No, non sulla luna che vediamo quasi ogni notte nei nostri cieli ma la luna dei poeti, degli artisti, dei sognatori. Faccio parte anch’io di questo coro già dal 1994 con Mappaluna, Luna de mapa.

Ci risentiamo fra qualche giorno, esperimento permettendo.

“Oh potessi tu, o piena luna, contemplare per l’ultima volta il mio dolore, tu che io ho atteso, sovente, fino a mezzanotte, vegliando al mio leggio. Poi su libri, e carte, o mesta amica, mi apparisti. Oh! Potessi aggirarmi su cime di monti, andar errando nella tua cara luce, aleggiare con gli spiriti intorno a caverne montane, vagare sui prati al tuo crepuscolo, e, liberato da tutti i tormenti del sapere, risanarmi nel bagno della tua rugiada!” W.J. GOETHE, “FAUST”, PG. 23, Ed. Feltrinelli, 1965 (prima edizione originale, 1831).