Se si parla di suono e di gesto non si può evitare di parlare di spazio e tempo.
Ecco perché la mia avventura prosegue nei viaggi spaziali, su e giù dalla terra alla luna.
Nel 1993 mi trovo al Salone dell’aeronautica di Le Bourget a Parigi, padiglione italiano Aercosmos Partenavia, con i miei segni bianchi e blu su fondo lucido nero
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Oggetto spaziale: la terra 1993
“Improvvisamente dietro la linea dell’orizzonte della luna, in lunghi lenti movimenti di immensa maestà, ecco emergere un gioiello blu e bianco, una luce, una delicata sfera blu-cielo avvolta in bianchi veli fluttuanti. Sorge gradualmente simile ad una piccola perla in un denso mare di nero mistero” Ho raccolto le parole dell’astronauta Edgar Mitchel e le ho usate come filo conduttore dei miei gesti, dei miei segni cosmici.
Vinta la paura del vuoto, dell’ignoto, il gesto dell’uomo si muove all’unisono con il cosmo. E’ parte attiva della creazione. Un movimento mediato dalla mia gestualità che nasce sì dall’intimo ma anche dalla consapevolezza di aver visto le immagini della terra fotografata dallospazio.
Il libretto, a forma di mezzaluna, preparato per l’occasione ed esposto con diverse aperture nella bacheca del Salone dell’aeronautica, porta il titolo Spazio suono mano suono spazio e testimonia la relazione tra uomo e universo, suono primordiale del big bang e suono del battito della vita, spazio-tempo infinito e fine di ogni cosa terrena.
Due pagine del catalogo per Parigi 1993
A Parigi incontro per la prima volta Maria Fede Caproni, presidente del Museo dell’aeronautica Gianni Caproni di Trento, poi di nuovo a Rovereto durante la mia mostra Il giardino dei segni. In quest’ultima occasione le parlo della ricerca che stavo facendo sulla luna e mi arriva l’invito ad esporre il trittico Mappaluna 3×3 in occasione del 25° anniversario dello sbarco sulla luna degli astronauti della NASA avvenuto il 20 luglio 1969. L’avevamo vissuta quella esperienza: tutta una notte passata davanti allo schermo della televisione ad ascoltare i commenti di Tito Stagno che descriveva l’attimo in cui per la prima volta l’uomo mise piede sul suolo lunare.
Le immagini dei tre trittici mostrano la luna nella visione scientifica di Galileo e Keplero, nella cartomanzia dei tarocchi e nella mitologia di Selene e Endimione, poi l’avvicinamento alla luna come se viaggiassi libera nello spazio, ed infine la visione dell’interno, il cuore della luna, suddiviso in ritmi che richiamano le diverse stratificazioni delle rocce lunari viste al microscopio.
particolare del primo trittico di Mappaluna 3×3 1994
la luna nella scienza
Scrivevo nel 1994 nel catalogo della mostra: ”Oggi scopro l’immenso piacere di trovarmi quassù e mi guardo attorno. Questa luna dal colore indefinibile, fatta di crateri, sabbie, rocce, silenziose, immobili, senza respiro, potrà ancora ispirarci come nel passato?”
Per quanto mi riguarda, la conoscenza più approfondita del nostro astro ha dato una leggerezza ai miei pensieri, tanto da farmi affrontare l’argomento anche in tono ironico e confidenziale. Racconterò la Luna nera della magia, metterò La luna in scatola, una luna allo specchio, preparerò Pizz’ ‘e lluna dai vari colori, per aggiungere tutto nel calderone di Nel cerchio della luna.
La luna guerriera1997
Nel 2002 presento la mia ricerca sulla luna nella galleria d’arte ArtRe di Cernusco. Per l’occasione Tommaso Correale Santacroce scrive e interpreta nel giardino accanto alla galleria un monologo nel quale un attore sui trampoli cerca di catturare la luna in una notte di plenilunio. Titolo: Piccolo viaggio sulla luna, con musiche originali suonate dal vivo di Lorenzo Gasperoni. Io ho inserito il testo dell’opera in un mio libretto. Come sempre cucito a mano, diverse le copertine e con una mia piccola opera originale all’interno.
Piccolo viaggio sulla luna 2002 – copertine
The Moon
If you talk about sound and gesture you can’t avoid talking about space and time. That’s why my adventure continues in space trips up and down from the earth to the moon and from the moon to the earth. In 1993 I am at the le Bourget Air Show in Paris, the Italian Aerocosmo Partenavia Pavilion with my blue and white markings on glossy black.
‘Suddenly behind the moon’s horizon in long slow movements of immense majesty there emerges a blue and white jewel, a delicate sky blue sphere wrapped in floating white veils. It rises gradually similar to a little pearl in a sea dense in black mystery’ I have chosen these words of the astronaut Edgar Mitchel and I have used them as a main theme of my gestures , of my cosmic signs. Once the fear of empty space and the unknown is overcome, the gestures of man move in unison with the cosmos. It’s an active part of creation. A movement mediated by my gesture which arises from my intimate self but also from the knowledge of having seen images of the earth photographed from space.
The little book in the shape of a half moon, prepared for the occasion and exhibited with various openings at the Salone dell’ Aeronautica, has for its title ‘Spazio, Suono, mano, suono spazio’ as a witness between man and the universe, a primordial sound of the big bang, and the sound of life’s beat, pace. Infinite time and the end of every earthly thing. In Paris I meet for the first time Maria Fede Caproni, the President of the Museo Aeronautica Gianni Caproni of Trento, then again in Rovereto during my exhibition ‘Il Giardino dei Sogni’. On this last occasion I speak of the research I am doing on the moon and I receive an invitation to exhibit the triptych ‘Mappaluna 3x 3’
to mark the anniversary of the moon landing of the NASA astronauts on 20th July 1969. We had lived this experience: the whole night passed in front of the T.V. screen listening to the comments of Tito Stagno as he described the moment in which for the first time man set foot on the surface of the moon.
The images of these three triptychs show the moon according to the science of Galileo and Keplero, in the tarot cartomancy and in the mythology of Selene and Endymion , then the approach to the moon as if one were travelling free in space and finally the vision of the inside, the heart of the moon subdivided into rhythms which recalled the diverse stratifications of lunar rocks seen through a microscope.
In 1994 I wrote in the catalogue of the exhibition ‘ Today I discover the immense pleasure in finding myself here above and I look around. Can this moon with its indefinable colour , made up of craters, sand rocks, silent and immobile without a breath inspire us as in the past? As far as I am concerned , a deeper knowledge of a star has given a lightness to my thoughts so much so that I am able to face the subject even ironically or confidentially. I will tell of the black magic of the moon, I will put the moon in a box, the moon in a mirror . I will prepare Pizz’ e lluna of various colours to add to all the rest in the cauldron of ‘Cerchio della luna’.
In 2002 to catch the full moon and take it into an art gallery in order to present my research on the moon, Tommaso Correale Santacroce who worked in the theatre wrote and interpreted a monologue for an actor on stilts. The title ‘Piccolo Viaggio sulla Luna’ with original music played live by Lorenzo Gasperoni. I have inserted the text of the work in my book. As always handmade with different covers and a small original work of mine inside.
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