matrix 2002
Mi sono trovata davanti ad una bellissima tavola di compensato marino. Molte erano le storie che raccontava, io ne ho estrapolata una con uno strumento che va usato con molta cautela, il pirografo. Una penna elettrica che attraverso il calore scalfisce il legno, lo brucia, lo incide non per cancellare ma anzi per esaltare le sue innate venature.
Il compensato marino è realizzato con diversi strati di legno, spesso di mogani africani che vengono incollati, alternando il senso della venatura, con colle speciali che lo rendono resistente all’umidità e alla salsedine.
Ma ritornando alla storia, come tutti i racconti si dipana man mano che si racconta. Io lavoravo e mi accorgevo che le ondulazioni, le forme, diventavano soggetti parlanti. Appena terminata mi appariva, strano a dirsi, come una tavola imbandita, e volevo appoggiarvi dei cucchiai di strane fogge, provenienti da tutto il mondo, ne avevo già una bella collezione, per sedermi ed invitare altri a convivio. Quando, osservandola bene, mi sono accorta di una cosa fantastica che solo l’alchimia potrebbe spiegarmi, forse.
Tre forme in particolare mi richiamavano cose già viste. Riprendo in mano il mio sacchetto prezioso con dentro tutte le cianfrusaglie raccolte qua e là e trovo un legno con un foro, un fuso bucherellato , una conchiglia ed ecco le appoggio sulla tavola, sono proprio loro, gli archetipi.
E la mia tavola diventa un grembo per contenere l’universo.
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