“Allora Marco Polo parlò: – La tua scacchiera, sire, è un intarsio di due legni: ebano e acero. Il tassello sul quale si fissa il tuo sguardo illuminato fu tagliato in uno strato del tronco che crebbe in un anno di siccità: vedi come si dispongono le fibre? Qui si scorge un nodo appena accennato: una gemma tentò di spuntare in un giorno di primavera precoce, ma la brina della notte l’obbligò a desistere -. Il Gran Kan non s’era fin’allora reso conto che lo straniero sapesse esprimersi fluentemente nella sua lingua, ma non era questo a stupirlo. – Ecco un poro più grosso: forse è stato il nido di una larva; non di un tarlo, perché appena nato avrebbe continuato a scavare, ma d’un bruco che rosicchiò le foglie e fu la causa per cui l’albero fu scelto per essere abbattuto. Questo margine fu inciso dall’ebanista con la sgorbia perché aderisse al quadrato vicino, più sporgente..
La quantità di cose che si potevano leggere in un pezzetto di legno liscio e vuoto sommergeva Kublai; già Polo era venuto a parlare dei boschi d’ebano, delle zattere di tronchi che discendono i fiumi, degli approdi, delle donne alle finestre…”
ebano
acero
Questo è un esempio eccellente di come si osserva un oggetto. Goethe nella sua teoria dei colori l’aveva ben sintetizzato nella prefazione “Il semplice guardare una cosa non ci permette infatti di progredire. Ogni guardare si muta in un considerare, ogni considerare in un riflettere, ogni riflettere in un congiungere”.
L’ osservazione di una scacchiera, nelle chiare parole di Calvino, si concentra sulle venature del legno per approdare verso la fine alla luminosa immagine di donne alla finestra; un meraviglioso viaggio mentale fatto di conoscenza e di ricordi.
Cosa c’è di più semplice e nello stesso tempo di più approfondito quando tieni tra le mani una tavoletta di legno e la osservi, se non esaltarne le caratteristiche naturali?
Decido di usare il pirografo, la penna a caldo, che incide il legno in modo non invasivo, e, scelto il percorso, ne esalto quella parte di ritmo più in sintonia con il mio stato d’animo del momento.
il pirografo
Improvvisamente, ecco il salto del cavallo, il momento creativo:
“Ma quando a fare il suo resoconto era il giovane veneziano, una comunicazione diversa si stabiliva tra lui e l’imperatore. Nuovo arrivato e affatto ignaro delle lingue del Levante, Marco Polo non poteva esprimersi altrimenti che con gesti, salti, grida di meraviglia e d’orrore, latrati o chiurli d’animali, o con oggetti che andava estraendo dalle sue bisacce; piume di struzzo, cerbottane, quarzi, e disponendo davanti a sé come pezzi degli scacchi”
C’è sempre un cassetto, una scatola, un sacchetto che accoglie i nostri piccoli tesori: dei legnetti raccolti sulla spiaggia, una conchiglia, una foglia o un fiore essiccato, un seme, un pezzetto di qualcosa, una quisquilia, un sasso colorato. Sono i nostri momenti di debolezza, i nostri pensieri più teneri, i nostri ricordi più cari.
Ed anch’io come Marco Polo appoggio sulla scacchiera di paulonia qualcosa che mi appartiene e la tramuto in dono.
dalla serie
l’albero dei miei ricordi
il seme
l’arte del levare
il filo
la natura
la cornice
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