Nel fissare per iscritto alcune mie memorie, mi accorgo che esse mi riportano a pensieri e cose che rinsaldano quello che allora sentivo e ancora oggi riscopro.
Nella mia ricerca sul segno legato al suono e alla danza, mi torna in mente il fugace video di Isadora Duncan, la cui scioltezza e improvvisazione è tutta concentrata in pochi potenti fotogrammi.
una rosa per Isadora Duncan- 1989
acrilico su carta
E mi assale di nuovo lo sconcerto e il fascino provato nell’ammirare per la prima volta la perfetta sincronia nel teatro-danza di Pina Baush, tra una esasperata gestualità e il ritmo musicale che l’ accompagna. Movimenti che rispecchiano in modo parossistico la ripetitività dei gesti quotidiani, fatti di irrequietezza e di solitudine.
la compagnia di Pina Baush
E ritrovo ancora la poesia segnica delle coreografie di Carolyn Carlson, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente, di seguire le prove del suo balletto “Blue Lady” e di aver potuto parlare con lei, ad una cena con il suo gruppo di ballerini dopo lo spettacolo al Lirico di Milano, delle nostre reciproche passioni.
tutto in un attimo, ecco una sintesi di Blue Lady
acrilico su carta – 1990
circolarità e immobilismo nei movimenti di “Se fossi un albero”
acrilico su carta 1990