autoritratto 1986
In un tempio lontano viveva un illustre maestro di Zen.
Era costui noto per la sua devozione all’arte e al lavoro.
Alla pratica della meditazione univa mirabilmente l’esercizio della calligrafia. In particolare scriveva Haiku su grandi fogli di carta. Si esercitava negli Haiku anche a voce seduto sul tatami insieme ai suoi discepoli prediletti.
Una giovane donna occidentale venne a conoscenza della sua fama e volle incontrarlo per porgli un quesito.
“Maestro, non conosco né la lingua cinese né il giapponese eppure quando osservo un ideogramma o ammiro la calligrafia di uno Haiku provo una forte emozione. Nella nostra cultura ciò è spiegabile con il sentimento che si prova dinnanzi al bello ma io cerco l’illuminazione dell’insegnamento Zen.”
“Tu hai la tua stanza del tesoro. Perché vai in giro a cercare?” domandò il maestro.
La donna domandò “Dov’è la mia stanza del tesoro?”
“Quello che stai domandando è la tua stanza del tesoro”
“E’ bello ciò che dici ma ancora non capisco, come faccio ad entrare?”
“Torna a casa e medita su questi tre problemi:
Cerca il suono della tua mano
Spazia nel vuoto meraviglioso
Usa i tocchi del tuo pennello come “accidenti controllati”
“Quanto tempo mi ci vorrà per capire?”
“Il resto della tua vita”.
Tag: accidenti controllati, autobiografia, autoritratti, calligrafia, haiku, maestro Zen, racconto, stanza del tesoro, suono della mano, vuoto meraviglioso
Rispondi